Laura Sigworth, nostra senior product marketing manager per l’insegnamento dell’inglese nella scuola secondaria, esplora il nuovo concetto di insegnamento “ibrido” intervistando insegnanti in Brasile e in Spagna.
L’ultimo è stato un anno di cambiamenti importanti nel modo in cui si insegna e si impara. L’improvviso spostamento alla didattica online ha rappresentato una sfida per gli insegnanti di tutto il mondo e il ritorno in aula con le misure di sicurezza ha fatto altrettanto. In alcuni paesi, è emersa una nuova forma di insegnamento. Questo scenario “ibrido” vede gli insegnanti fare lezione a una parte di studenti presenti dal vivo, mentre al contempo altri si collegano tramite una piattaforma di videoconferenze. Questo aiuta le scuole ad implementare le misure di distanziamento sociale e permette agli studenti più vulnerabili o in autoisolamento di continuare ad apprendere, ma cosa significa per gli insegnanti? Com’è possibile bilanciare i bisogni di questi studenti con quelli di coloro che hai di fronte?
Ho chiesto a due insegnanti di raccontarmi la loro esperienza con questo nuova modalità didattica. Questo articolo riguarda la prima intervista, con l’insegnante brasiliana Daniella.
Raccontami un po’ la tua situazione attuale
Insegno in una scuola materna, a studenti del primo e secondo anno, circa una trentina in ogni classe. Quando il Covid-19 è arrivato abbiamo immediatamente iniziato ad insegnare online. Adesso che siamo parzialmente tornati in aula, faccio 6 lezioni diverse in tutta la mattinata, con alcuni studenti presenti e altri connessi online. Mio figlio piccolo studia anche da casa perchè è a rischio, quindi la mattina vado a lavoro e di pomeriggio seguo con lui le sue lezioni e lo aiuto nello studio.
Com’è una lezione tipica per te?
Ho tutti gli studenti in aula, distanziati di 1 metro e mezzo. Cerco di metterli in semicerchio se ho abbastanza spazio; con mascherina, visiera e guanti. Anche i più piccoli indossano la mascherina e ci sono abituati ormai. Ho un computer e un tablet, e cammino con quest’ultimo, portando i bambini collegati da casa in giro per la classe, permettendo loro di parlare con i compagni. Questo li aiuta a rimanere connessi con i loro amici che non vedono da mesi.
Quali sono state le sfide principali e come hai dovuto adattare il tuo modo di insegnare per superarle?
Mi sono accorta subito che gli studenti avevano difficoltà a capirmi quando parlavo con la mascherina. Mi chiedevano cose tipo “come si pronuncia questo? Non vedo la tua bocca!”, quindi ne ho trovata una trasparente per aiutarli a vedere i movimenti della mia bocca e collegarli ai suoni che sentivano.
In aula ho molti strumenti a disposizione, come gessetti e forbici, ma non so a cosa abbiano accesso gli studenti a casa, quindi ho dovuto diversificare le attività per le mie lezioni online e in presenza. Questo significa che devo progettare ogni lezione due volte!
Ovviamente, è stato difficile gestire tutte le novità tecnologiche. Mantenere viva l’attenzione dei bambini per ore di fronte a un computer richiede lo sviluppo di nuove strategie per supportare il loro apprendimento. A volte questo significa mettere da parte i libri e utilizzare strumenti o giochi online per farli sentire coinvolti. Una volta che prendi confidenza con queste tecnologie tutto diventa più facile. Questo è uno degli aspetti positivi: ho imparato una nuova skill!
Mi sono anche resa conto di quanto importante fosse per gli studenti a casa sentirsi connessi ai loro amici in classe. Ogni studente può collegarsi alla classe virtuale e parlare, oppure posso trasmettere su una TV in aula gli studenti a casa, così che tutti possano parlarsi e fare attività insieme.
Cos’hai trovato più difficoltoso?
Non ho mai provato così tanto affaticamento mentale, dovevo dividere la mia attenzione fra i ragazzi a casa e quelli di fronte a me. Ho ricevuto un supporto eccellente dalla scuola, ma non ero ancora preparata per la situazione in cui improvvisamente sono piombata. Ancora adesso, vedo insegnanti che non hanno il supporto che ho avuto la fortuna di ricevere, ed è difficile accettarlo.
Noto anche che i miei ragazzi sono emotivamente fragili. Gli manchi, ti vogliono abbracciare, ed è molto difficile tenere gli studenti in classe separati. Per questo cerco di assicurarmi che rimangano connessi con i loro amici facendo un sacco di attività di speaking usando la classe virtuale e il tablet.
Che consigli daresti agli altri insegnanti che si trovano nella tua stessa situazione?
Siate pazienti. Siate coraggiosi. Non è facile, ma neanche impossibile.
Autore: Laura Sigworth - Senior Product Marketing Manager, Cambridge University Press
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