Joanna è un’insegnante madrelingua con tanti anni di esperienza nell’insegnamento dell’inglese in Italia e una particolare sensibilità verso l’adozione di soluzioni tecnologiche innovative applicate all’insegnamento. In questo articolo, ci racconta l’esperienza intrapresa dalla sua scuola all’interno di un progetto che sfrutta la realtà virtuale come strumento didattico.
Di recente, mi è stato chiesto come vedo il futuro dell’insegnamento dell’inglese come lingua straniera. A mio avviso, il principio fondamentale che sta alla base dell’apprendimento è la motivazione. Mano a mano che ci muoviamo verso il futuro, ciò che motiva gli studenti è il costante cambiamento, ma a mio parere, ci sarà sempre un indicatore per misurare l’efficacia di una lezione in inglese: entusiasmo. Da insegnante d’inglese, è proprio questo quello che cerco mentre osservo le lezioni, e solo guardando in che modo gli studenti escono dall’aula capisco se la lezione è stata “entusiasmante” o meno. Quando c’è entusiasmo, gli studenti sono motivati ed è lì che avviene il vero apprendimento. Recentemente ho cercato nuovi modi per continuare a portare quell’ entusiasmo nelle aule, e mi è stato chiesto di partecipare al pilot del progetto Erasmus+ VR4LL, che sfrutta la realtà virtuale per l’insegnamento. Non appena uno studente si è messo il visore ed è entrato nel mondo virtuale, ho potuto percepire immediatamente l’entusiasmo e la motivazione: la lezione è trascorsa molto velocemente e gli studenti non volevano più andare a casa!
Dunque, cos’è VR4LL? Il progetto prende due delle metodologie di insegnamento più conosciute nell’ambito dell’insegnamento delle lingue, il Total Physical Response (Metodo della Risposta Fisica Totale) e il Task-Based Learning (Approccio basato sullo svolgimento di compiti mirati), combinandole in una nuova e dinamica forma di attività in classe.
Il metodo della Risposta Fisica Totale (TPR) è basato sull’idea che l’apprendimento diventa più efficace se diventa un’esperienza corporale completa, piuttosto che un semplice esercizio mentale. Per questo motivo, l’idea del TPR è quella di creare una connessione neutrale tra la parola e l’azione. Quindi, anziché far sedere gli studenti in maniera passiva dietro ad un banco, il TPR li allontana dalle loro sedie e li spinge a mettere in pratica la lingua che studiano. Per esempio, un insegnante (o un altro studente) potrebbe dire “Could you open the door please?”, e lo studente che riceve questa indicazione, si limita a compiere l’azione, anche se non dovesse essere in grado di ripetere questa richiesta. L’efficacia di questo approccio per gli studenti di lingua può essere anche dimostrata quando gli viene chiesto di recitare un dialogo, attraverso movimenti e gesti, o perfino di esibirsi in un piccolo spettacolo.
La natura totalmente immersiva della realtà virtuale porta il TPR ad un livello di maggiore intensità. Le menti degli studenti sono portate a pensare che stiano eseguendo un compito che gli è stato assegnato nel mondo virtuale. La natura fisica delle attività coinvolte, combinata con la stimolazione sensoriale totalmente immersiva data dalla realtà virtuale, può essere allo stesso tempo profondamente d’impatto e realmente indimenticabile.
Le lezioni in Task-Based Learning (TBL) si concentrano sul compito da svolgere, piuttosto che su strutture linguistiche separate. Agli studenti viene chiesto di utilizzare tutte le risorse linguistiche a loro disposizione, e gli viene fornito tutto il lessico di cui possano aver bisogno, (dai loro insegnanti o compagni) in modo da ultimare il compito assegnato. Di conseguenza, il nuovo lessico viene sempre trovato in contesto, ed è sempre attinente al compito da svolgere. Il TBL è anche un approccio fortemente comunicativo, in quanto gli studenti devono lavorare insieme e capirsi tra loro per completare con successo tutti i compiti assegnati. I compiti progettati per VR4LL sono tutti basati sull’idea che un’efficace comunicazione di gruppo è essenziale; senza di essa è impossibile completare i compiti (o le “missioni” come ci piace anche chiamarle).
Diversi dei materiali per la realtà virtuale, sviluppati per gli studenti di lingua, sono stati progettati per singoli studenti. Generalmente lo studente entrerà in una versione virtuale di una reale ambientazione (un hotel, ristorante, stazione o un luogo simile) e interagiranno con un avatar, o con un altro tipo di contenuto che si trova nell’ambiente virtuale. Questi materiali sono ottimi per l’autoapprendimento, in quanto si tratta di versione moderna di una piattaforma e-learning, tuttavia, il progetto VR4LL ha sviluppato dei materiali che possono essere utilizzati in classe, da un gruppo di studenti che lavorano e comunicano insieme. Gli studenti devono eseguire i diversi compiti che gli sono stati assegnati in una varietà di ambienti o mondi virtuali.
Al fine di completare ogni attività con successo, lo studente che indossa il visore VR dovrà comunicare con gli altri studenti che sono in classe. Quindi, mentre solamente un membro del gruppo indossa il visore, tutti gli altri membri sono coinvolti e (con l’aiuto dell’insegnante) cercano dei modi per comunicare tra loro. La durata dell’attività dipende da una serie di fattori, ma gli studenti avranno sempre la possibilità di fare a turno per indossare il visore e vivere direttamente l’esperienza del mondo virtuale. Le attività possono essere svolte con un solo visore per gruppo. Se il numero degli studenti in classe è piuttosto alto (più di 10 studenti) potrebbe essere meglio avere due visori, ma non c’è mai bisogno di fornire un visore a tutti gli studenti, o di chiedergli di portare il proprio. Tuttavia, grazie al significativo calo del prezzo dei visori VR negli ultimi anni, sta diventando sempre più fattibile per le scuole acquistare diversi set di visori, in questo modo si permetterebbe a diversi gruppi di studenti di diverse classi di partecipare simultaneamente alle attività di realtà virtuale.
Il progetto ha generato molto entusiasmo durante le mie lezioni, e vedo anche il futuro della scuola, e l’idea dell’insegnamento ibrido, che cambiano moltissimo con i nuovi investimenti nel metaverso. Il metaverso è un ambiente virtuale in cui diverse persone possono interagire tra loro mentre operano con delle rappresentazioni virtuali: gli avatar di se stessi. L’idea è quella di creare degli ambienti virtuali che le persone possono visitare come avatar. Per questo motivo, nel contesto della classe, l’insegnante può essere sia a scuola sia nello spazio virtuale, mentre gli studenti sono avatar che vengono a lezione. Possono essere sia a scuola con gli altri studenti in presenza, oppure tutti gli studenti possono essere avatar nello spazio virtuale. Tutto questo porta davvero la didattica ibrida a un nuovo livello! Quella di classi in realtà virtuale con degli avatar che insegnano a persone da tutto il mondo è una prospettiva davvero entusiasmante!
Ritengo che la realtà virtuale sia come uno strumento metacognitivo che rafforza l’idea del learning by doing. Essendo coinvolti in esperienze e riflessioni sul campo, gli studenti diventano più capaci a collegare la teoria e le conoscenze apprese in classe a situazioni di vita reale. L’idea del Metaverso porta questo processo su un livello completamente nuovo in quanto gli studenti potranno viaggiare come Avatar nel Regno Unito, visitando città e parlando con le persone. Inoltre, potranno svolgere attività di grammatica cinestetiche nelle quali poter toccare e spostare le parole. Il CLIL diventerà molto più interessante in quanto potranno viaggiare in diversi altri paesi in tutto il mondo per studiare geografia in inglese, o magari nell’antica Roma per studiare storia in inglese.
A mio avviso, questo tipo di attività rafforza l’inclusione coinvolgendo diverse parti del cervello per imparare e, in aggiunta, credo che le differenze nell’apprendimento cesseranno di esistere in futuro, in quanto ogni studente sarà capace di trovare gli strumenti di cui ha bisogno per raggiungere i suoi obiettivi grazie alla tecnologia.
Vedo il futuro come un luogo in cui tutti gli studenti avranno la possibilità di imparare, e questa prospettiva mi entusiasma moltissimo!
Autrice: Joanna Paolinelli – Insegnante, Academic Coordinator per AISLi e Director of Economic Development and Innovation per British School Pisa
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